Anche il villaggio ai piedi del monte Trstelj, uno dei più alti del comune di Comeno a una quota di circa 400 metri, ha una sua osmiza, che non avevamo mai visitato prima. Il locale si trova ai margini dei campi a sud del paese, tetto spiovente e foggia quasi montana. Il cortiletto esterno è spartano, e la maggior parte degli avventori si concentrano in un interno abbastanza accogliente, in stile che a qualcuno ha ricordato simili locali in Repubblica Ceca che speriamo di visitare un bel dì. Muri bianchi, tavoli di legno scuro, attrezzi agricoli appesi ai muri e una chitarra con quattro corde sono i dati salienti. Come si suole in Slovenia, se volete la luganiga coi crauti, c’è anche quella; noi ci siamo limitati al pane, un etto di salame (non servono mezzi etti, per qualche motivo), uno di salsiccia secca e uno di formaggio di capra, tutti gustosi e soddisfacenti per i viandanti stanchi, e probabilmente anche se siete venuti in macchina. Per il vino, c’è un uvaggio di rosso profumato e sopra la media, e un paio di varietà singole, delle quali abbiamo provato la Malvasia, anch’essa di un certo valore. Il succo di sambuco, per qualche motivo, costa come l’acqua di spina, o se la volete detta in modo più brusco, fanno pagare l’acqua di spina. Tra una peculiarità e l’altra, e il fatto che il sistema di ordinazioni non è particolarmente efficiente o preciso, seppur volenteroso, il servizio lascia a desiderare – evidentemente i soli dieci giorni di apertura all’anno si scontano. I prezzi sono un po’ più alti della media. Valida ma migliorabile.
Vivande: ****
Vino: ****
Ambiente: ***
Servizio: **
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